|
LA
GIOVENCA ROSSA di C. H.
MACKINTOSH
|
Una
riflessione sul Capitolo 19 del libro dei Numeri |
|
Charles Henry
Mackintosh
(1820-1896) fu un predicatore irlandese,
espositore della Bibbia, e autore.
Operò durante il Risveglio irlandese del 1859-1860.
Per una quarantina d'anni pubblicò la rivista
mensile Cose
Nuove e Vecchie.
Il suo primo trattato fu "La
pace di Dio"
nel 1843, e il suo ultimo libro, scritto poco
prima della sua morte, avvenuta nel 1896, fu "L'Iddio
della pace". |
PARTE
QUARTA
10. Limpiego
e la destinazione delle ceneri
11. La
cura di Dio per il Suo popolo
10. Limpiego
e la destinazione delle ceneri
Vediamo ora limpiego e la destinazione
delle ceneri: «Chi avrà toccato il
cadavere di una persona umana sarà impuro sette giorni.
Quando uno si sarà purificato con quella acqua il terzo
e il settimo giorno sarà puro; ma se non si purifica il
terzo e il settimo giorno, non sarà puro. Chiunque
tocchi un morto, cioè il corpo di una persona umana che
sia morta e non si purifica, contamina la dimora del
Signore e quel tale sarà tolto via da Israele. Siccome
lacqua di purificazione non è stata spruzzata su
lui, egli è impuro; ha ancora addosso la sua impurità» (Numeri 19:11-13).
È una cosa ben seria laver da fare con Dio
camminare con Lui giornalmente, in mezzo ad un mondo
corrotto e corruttore.
Iddio non può tollerare
alcuna impurità in coloro coi quali si degna
camminare e nei quali abita.
Egli può perdonare e togliere i peccati, può
guarire, purificare e restaurare; ma non può
tollerare nel Suo popolo un male che non sia
giudicato.
Se lo facesse, sarebbe rinnegare il Suo Nome e la
Sua natura stessa. |
Questa verità è ad un tempo
profondamente solenne e benedetta.
È la nostra gioia laver a che fare con Colui la
cui presenza reclama e assicura la santità.
Noi attraversiamo un mondo, in cui siamo circondati da
influenze corruttrici. La vera contaminazione non si
contrae ora toccando «un morto, o
ossa duomo, o un sepolcro».
Queste cose
erano, come sappiamo, dei tipi di cose morali e
spirituali con cui siamo in pericolo
dessere in contatto ad ogni momento. |
Non dubitiamo affatto che coloro i
quali han molto da fare con la cose di questo mondo,
risentano penosamente la grande difficoltà di uscirne
con mani pure.
Per questo occorre una santa vigilanza in tutte le nostre
abitudini e le nostre relazioni, per tema di contrarre
delle contaminazioni che interromperebbero la nostra
comunione con Dio.
Egli vuole averci in uno stato degno di Lui: «Siate
santi, perché Io sono santo».
Ma il lettore serio la cui
anima aspira alla santità può chiedersi: Che dobbiamo
dunque fare, se è vero che siamo circondati da ogni lato
da influenze corruttrici, e se siamo talmente inclini a
contrarre queste contaminazioni?
Inoltre, se è impossibile aver comunione con Dio quando
le nostre mani sono impure e la nostra coscienza ci
condanna, che dobbiamo fare?
Rispondiamo: Innanzitutto, siate
vigilanti.
Contate molto e seriamente su Dio.
Egli è fedele e misericordioso - un Dio che ascolta la
preghiera e lesaudisce - un Dio liberale e che non
fa rimproveri. «Egli dà una maggior
grazia».
Questo è positivamente una carta in bianco su cui la
fede può scrivere la somma che desidera.
Il desiderio reale
dellanima vostra è forse quello di
avanzare nella vita divina, di crescere nella
santità personale?
Allora badate di non
camminare, neppure
unora sola, in contatto con ciò che
contamina le vostre mani, ferisce la vostra
coscienza, contrista lo Spirito Santo e distrugge
la vostra comunione.
Siate energici! Abbiate un cuore diritto.
Rinunciate immediatamente ad ogni cosa impura;
qualunque cosa vi costi, rinunciatevi; qualunque
perdita trascini con sé, abbandonatela!
Nessun interesse mondano, nessun vantaggio
terrestre può compensare la perdita duna
coscienza pura, dun cuore tranquillo e del
godimento della luce della faccia del nostro
Padre. |
Siete convinti di ciò? Se lo siete,
applicatevi a realizzare la vostra convinzione.
Qualcuno potrebbe chiedere: Che cosa si
deve fare quando si ha realmente contratto una
contaminazione? Come si può toglierla?
Ascoltate il linguaggio figurato del capitolo 19
dei Numeri: «Per colui che
sarà divenuto impuro si prenderà della cenere della
vittima arsa per il peccato, e vi si verserà su
dellacqua di fonte, in un vaso; poi un uomo puro
prenderà dellissopo, lo intingerà nellacqua
e spruzzerà la tenda, tutti gli utensili, tutte le
persone presenti e colui che ha toccato losso o
lucciso o il morto o il sepolcro. Luomo puro
spruzzerà limpuro il terzo giorno e il settimo
giorno, e lo purificherà il settimo giorno; poi
limpuro si laverà le vesti, laverà se stesso
nellacqua e sarà puro la sera» (Numeri 19:17-19).
Vi è una doppia azione
presentata nei versetti 12 e 19; cioè lazione del terzo
giorno e quella del settimo.
Entrambe erano essenzialmente necessarie per togliere la
contaminazione contratta nel cammino dal contatto con le
diverse forme della morte specificate più su.
Che cosa figurava questa
doppia azione? Che cosa vi corrisponde nella nostra
storia spirituale?
Senza dubbio questo:
allorché per mancanza di vigilanza e di energia
spirituale, tocchiamo la cosa impura e in tal
modo siamo contaminati, possiamo ignorarlo; ma
Dio conosce tutto a questo riguardo.
Egli se ne occupa per noi, veglia per noi; e, sia
benedetto il Suo Nome, non
come un giudice irritato o come un censore rigido,
ma come un tenero padre,
che non cimputerà mai nulla, perché tutto
è già stato imputato da tempo a Colui che morì
al nostro posto.
Nondimeno Egli non mancherà
di farcelo sentire profondamente e vivamente.
Egli sarà un censore fedele della cosa impura e
può riprovarla tanto più energicamente in
quanto non ce ne terrà mai conto.
Lo Spirito Santo ci ricorda
il nostro peccato, ciò che ci causa una
inesprimibile angoscia di cuore.
Questangoscia può continuare per qualche
tempo. Può durare per qualche istante, o anche
dei giorni, dei mesi, degli anni.
|
Abbiamo conosciuto un giovane
cristiano che fu infelice durante tre anni per aver fatto
unescursione con degli amici mondani.
Noi crediamo che questopera
convincente dello Spirito Santo sia rappresentata
dallazione del terzo giorno;
ci ricorda il nostro peccato.
Poi ci ricorda ed applica alle nostre anime, per
mezzo della Parola scritta, il valore della morte di
Cristo, come essendo ciò che ha già risposto alla
contaminazione che contraiamo così facilmente.
Questo risponde allazione
del settimo giorno, toglie
la contaminazione e ristabilisce la nostra comunione.
Ricordiamoci bene che non possiamo mai
sbarazzarci dalla contaminazione in alcun altro modo.
Possiamo cercare di dimenticare la ferita o lasciare al
tempo la cura di cancellarla dalla nostra memoria.
Ma non cè nulla di più disastroso che trattare
così la coscienza e i diritti della santità. Questo è
insensato quanto pericoloso, poiché Dio, nella Sua
grazia, ha pienamente provveduto a togliere
limpurità che la sua santità scopre e condanna in
tal modo che se limpurità non è tolta, la
comunione è impossibile: «Se non ti lavo,
non hai parte alcuna con Me» (Giov. 13:8).
La sospensione dalla comunione di un credente è ciò che
risponde allesclusione dun membro dalla
congregazione dIsraele.
Il cristiano non può mai essere reciso da Cristo, ma la
comunione può esser interrotta da un solo pensiero
colpevole; bisogna dunque che questo pensiero colpevole
sia giudicato e confessato, affinché la contaminazione
sia tolta e la comunione ristabilita.
Caro lettore, dobbiamo
conservare una coscienza pura e mantenere la santità di
Dio, altrimenti faremo ben tosto naufragio quanto alla
fede, poi cadremo del tutto.
Che il Signore ci dia di camminare tranquillamente e con
cura, nella vigilanza e nella preghiera, fin quando
deporremo i nostri corpi di peccato e di morte, ed
entreremo nel soggiorno risplendente e benedetto dove il
peccato, la contaminazione e la morte sono sconosciuti.
11. La
cura di Dio per il Suo popolo
Studiando gli ordinamenti e le cerimonie
della economia levitica, niente colpisce di più della
cura gelosa con cui lIddio dIsraele vegliava
sul Suo popolo, affinché fosse preservato da ogni
influenza corruttrice.
Di giorno o di notte, fossero svegli o dormissero, dentro
o fuori, in seno alla famiglia o nella solitudine, i Suoi
occhi erano sopra loro.
Egli vegliava sul loro nutrimento, sul loro vestimento,
sulle loro abitudini e sui loro assestamenti domestici.
Egli li istruiva accuratamente su ciò che potevano o non
potevano mangiare o indossare. Manifestava loro anche
distintamente il Suo pensiero per quel che concerneva il
toccare o il maneggiare le cose.
In una parola li aveva circondati di barriere ampiamente
sufficienti, se soltanto avessero voluto farvi caso, per
evitare la corrente della contaminazione a cui erano
esposti da ogni lato.
In tutto ciò vediamo
evidentemente la santità di Dio; ma vediamo
altrettanto chiaramente la Sua grazia.
Se la santità divina non poteva sopportare
nessuna contaminazione sul popolo, la grazia
divina provvedeva ampiamente alla purificazione. |
Queste cure si manifestano nel
nostro capitolo sotto due forme:
il sangue espiatorio e
lacqua daspersione
Preziose risorse!
Se non conoscessimo le
immense provviste della grazia divina, i diritti
supremi della santità di Dio sarebbero
sufficienti per schiacciarci; mentre, essendo
accertati dalla grazia, possiamo rallegrarci con
tutto il nostro cuore nella santità. |
Un israelita poteva fremere udendo queste parole: «chi
avrà toccalo un morto, il cadavere dun uomo che è
morto sarà impuro sette giorni».
E ancora: «Chiunque avrà toccato
un moro, il corpo di una persona umana che sia morta e
non si sarà purificato, ha reso impuro il tabernacolo
dellEterno; e questanima sarà recisa da
Israele».
Tali parole potevano veramente terrificare il suo cuore. Ma
allora le ceneri della giovenca arsa e lacqua
daspersione gli presentavano il memoriale della
morte espiatoria di Cristo, applicata al cuore dalla
potenza dello Spirito di Dio: «Egli
si purificherà con questacqua il terzo giorno, e
il settimo giorno sarà puro; ma se non si purifica il
terzo giorno, allora non sarà puro il settimo giorno».
Notiamo che non si tratta né di offrire un nuovo
sacrificio, né di una nuova applicazione del sangue.
È importante vedere e comprendere chiaramente questo. La
morte di Cristo non può essere ripetuta.
«Cristo,
essendo stato risuscitato e dai morti, non muore più: la
morte non domina più su di lui. Poiché il suo morire fu
un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo
vivere è un vivere a Dio» (Romani 6:
9-10).
Noi siamo, per la grazia di Dio, al beneficio del pieno
valore della morte di Cristo;
- ma, essendo circondati da ogni parte
dalle tentazioni e dai lacci ai quali rispondono le
tendenze della carne che è ancora in noi;
- avendo inoltre un avversario potente, sempre in
agguato per sorprenderci e condurci fuori dal
sentiero della verità e della purezza,
non potremmo avanzare un solo istante, se il
nostro Dio, nella Sua grazia, non avesse provveduto a
tutte le nostre necessità per la morte preziosa e la
mediazione onnipotente del nostro Signore Gesù Cristo.
Non solo il sangue di Cristo ci ha lavati da tutti i
nostri peccati, e riconciliati con un Dio santo, ma «noi
abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo il
Giusto». «Egli e sempre
vivente per intercedere per noi». E «Egli
può salvare interamente coloro che saccostano a
Dio per mezzo di Lui»
Egli è sempre nella
presenza di Dio per noi; è là come il nostro
rappresentante e ci mantiene nella divina
integrità della posizione e della relazione
nelle quali la sua morte espiatoria ci ha posti.
La nostra causa non può mai essere perduta fra
le mani di un tale Avvocato. |
Bisognerebbe
chEgli cessasse di vivere prima che il più debole
dei suoi santi potesse perire.
Noi siamo identificati con Lui, ed Egli con noi.
Or dunque. lettore cristiano, quale dovrebbe essere
leffetto pratico di tutte queste grazie sui nostri
cuori e sulla nostra vita?
Quando pensiamo alla morte e allincenerimento - al
sangue e alle ceneri - al sacrificio espiatorio e
allintercessione del Sacerdote e dellAvvocato,
quale influenza dovrebbe ciò esercitare sulle nostre
anime? Come dovrebbe agire questo pensiero sulle nostre
coscienze?
Ci condurrà forse a tenere in poco conto il peccato?
Avrà forse per effetto di renderci leggeri e frivoli
nelle nostre vie?
Così non sia!
Possiamo essere certi di questo: luomo che può
vedere nelle ricche risorse della grazia di Dio una scusa
per la leggerezza di condotta o la frivolezza di mente,
conosce pochissimo o affatto la vera natura della grazia,
la sua influenza e le sue risorse.
Potremmo immaginarci per un solo istante che le ceneri
della giovenca o lacqua daspersione potessero
avere per effetto di rendere un Israelita incurante della
sua condotta?
Certamente no. Anzi il fatto stesso duna tale
precauzione contro la contaminazione doveva fargli
sentire quanto fosse cosa seria il contrarre la
contaminazione. Il mucchio di ceneri deposte in un luogo
netto offriva una doppia testimonianza: testimoniava
della bontà di Dio e della natura odiosa del peccato.
Dichiarava che Dio non poteva sopportare limpurità
in mezzo al Suo popolo, ma pure che Dio aveva provveduto
i mezzi per togliere limpurità.
È impossibile che la
dottrina benedetta del sangue sparso, delle ceneri, e
dellacqua daspersione, possa essere compresa
e gustata, senza che produca un santo orrore del peccato
in tutte le sue forme corruttrici. E noi possiamo
affermare, inoltre, che chiunque ha provato
langoscia di una coscienza contaminata non può
considerare con leggerezza la contaminazione.
Una coscienza pura è un tesoro troppo prezioso perché
uno se lo lasci rapire con leggerezza; daltra parte
una coscienza contaminata è un fardello troppo gravoso
perché uno se lo indossi alla leggera.
Ma, benedetto sia liddio dogni grazia, Egli
ha provveduto per ogni nostro bisogno in modo perfetto, e
non in maniera da renderci negligenti, bensì vigilanti.
«Figlioletti
miei, vi scrivo queste cose, affinché non pecchiate» . Poi aggiunge: «Se
pure alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il
Padre, cioè Gesù Cristo giusto; Egli è la
propiziazione per i nostri peccati, e non solo per i
nostri ma anche per il mondo intero» (1ª Giov.
2:1-2).
Ancora una parola sugli ultimi versetti di questo
capitolo:
«E
questo sia loro uno statuto perpetuo; e colui che avrà
spruzzata lacqua di purificazione, si laverà i
vestimenti e chi avrà toccata lacqua di
purificazione sarà impuro fino alla sera. E tutto quello
che limpuro avrà toccato sarà impuro , e la
persona che avrà toccato lui sarà impura fino alla
sera» (Numeri 19: 21-22).
Al versetto 18, abbiamo visto che occorreva una
persona pura per fare spruzzamento su quella contaminata;
qui vediamo che si contraeva contaminazione
nellatto di spruzzare un altro.
Mettendo insieme queste due cose, impariamo, come
qualcuno ha detto, che «contaminato è
colui che ha da fare col peccato altrui, benché vi
tocchi per dovere e a fin di purificare il suo prossimo;
non è punto colpevole quanto laltro, è vero, ma
noi non possiamo avere contatto col peccato senza essere
contaminati».
Impariamo ancora che per condurre un altro a godere della
virtù purificatrice dellopera di Cristo, dobbiamo
goderne noi stessi.
Chiunque aveva spruzzato altri con lacqua di
aspersione, doveva lavarsi i vestimenti e lavare se
stesso con acqua; poi la sera era netto (Numeri
19: 19).
Possano le nostre anime afferrare bene
questinsegnamento!
Possiamo noi vivere abitualmente nel sentimento della
purezza perfetta in cui ci ha introdotti la morte di
Cristo e nella quale ci mantiene la Sua funzione di
Sacerdote.
Non dimentichiamo mai che il contatto col male contamina.
Era così sotto la dispensazione mosaica, oggi il
medesimo principio permane.
|
|